Home 2016 22 marzo SISTEMA UNIVERSITARIO TESLA (ADAPTIVE TRUST-BASED E-ASSESSMENT SYSTEM FOR LEARNING) PER L’UNIVERSITÀ DEL FUTURO
TESLA (ADAPTIVE TRUST-BASED E-ASSESSMENT SYSTEM FOR LEARNING) PER L’UNIVERSITÀ DEL FUTURO PDF Stampa E-mail

Nell’università del futuro sarà possibile seguire corsi, lezioni, approfondimenti, e – soprattutto – fare esami direttamente da casa, dalla propria stanzetta, stando comodamente seduti sulla propria poltrona. Il sistema si chiama TESLA (Adaptive Trust-based E-assessment System for Learning) ed è stato finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020 (stanziati 7 milioni di euro, ndr). Vi partecipano allo sviluppo un consorzio di ben 8 università europee. Il progetto è coordinato da un’équipe internazionale di esperti, coordinata dai ricercatori di Barcellona, la UOC, Universitat Oberta de Catalunya e dalla dottoressa Ana Elena Guerrero.
Per gli studenti utilizzare il sistema è un gioco da ragazzi, basta un normalissimo computer e una webcam. Perché il metodo possa funzionare, lo studente che si sottopone a un esame deve avere in precedenza frequentato assiduamente il corso online. “Il progetto TESLA si articola in 5 pilastri principali, con esperti europei dedicati specificamente ad ognuno di essi – spiega a CorriereUniv Xavier Baro’, uno dei ricercatori tra i principali protagonisti –. Si va dalla formazione al problema della privacy e della conservazione dei dati, passando per la qualità della valutazione e della formazione e, infine, l’uso efficace delle nuove tecnologie”. All’interno del consorzio TESLA ci sono 9 università europee di 8 Paesi diversi. “La sfida è quella di riuscire a creare un sistema che sia il più trasparente possibile per gli utenti (studenti e docenti) al fine di creare un ecosistema di apprendimento basato sulla fiducia. Incorporeremo tecnologie per l’autenticazione degli utenti (dalle dinamiche di battitura al riconoscimento del volto e della voce) e per l’analisi della paternità delle opere (rilevamento di un possibile plagio e dello stile linguistico utilizzato dallo studente)”. (Fonte: www.corriereuniv.it 19-02-16)