Home 2016 22 marzo STUDENTI LA MOBILITÀ GEOGRAFICA DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI. PIÙ DI UN QUINTO SI È SPOSTATO IN REGIONE DIVERSA
LA MOBILITÀ GEOGRAFICA DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI. PIÙ DI UN QUINTO SI È SPOSTATO IN REGIONE DIVERSA PDF Stampa E-mail

L’Italia è caratterizzata da una significativa mobilità geografica interna degli studenti universitari. Nell’anno accademico 2014-15 oltre 55mila immatricolati, più di un quinto del totale, hanno scelto un ateneo localizzato in una regione diversa da quella di residenza. Un aspetto centrale del fenomeno è che segue la direzione Sud-Nord, ma non quella contraria. Il 23 per cento degli studenti meridionali si immatricola in università del Centro-Nord. Sono invece pochissimi quelli che fanno il percorso inverso: gli studenti del Nord e del Centro rimangono più vicini a casa (solo il 7 e il 10 per cento rispettivamente cambiano circoscrizione). Così, nel 2014-15 la Puglia e la Sicilia hanno “perso” oltre 5mila studenti; Lazio, Emilia e Lombardia ne hanno “guadagnati” altrettanti. L’asimmetria crea effetti rilevanti. Indebolisce il processo di accumulazione di capitale umano nelle regioni del Mezzogiorno. Determina un trasferimento di reddito a favore del Centro-Nord – per i soli costi del periodo di studi – che può essere stimato tra un miliardo e un miliardo e mezzo di euro l’anno. Le ragioni alla base dei flussi di mobilità studentesca sono molteplici. Certamente l’ampiezza e la qualità dell’offerta formativa al Centro-Nord (comparata a quella al Sud) hanno una parte importante. Ma si tratta esclusivamente di una scelta, da parte di studenti perfettamente mobili, basata su questo? Come documentato anche nel Rapporto della Fondazione Res, si sommano altri importanti fattori. In primo luogo, le condizioni del mercato del lavoro profondamente diverse, con conseguenti maggiori opportunità di inserimento lavorativo e più elevati livelli salariali per i neo-laureati nelle regioni settentrionali, influenzano marcatamente la direzione della migrazione delle matricole. Ed è interessante notare che, con tutta probabilità, l’effetto “mercato del lavoro” è diventato più rilevante con la crisi economica: negli ultimi anni gli immatricolati meridionali si sono diretti sempre più verso Piemonte e Lombardia e relativamente meno verso Lazio e Toscana. Giocano fattori, esterni alle università, ma relativi al contesto in cui sono insediate. A parità di altre condizioni, la possibilità di ricevere una borsa di studio per gli studenti idonei è oggi maggiore al Nord rispetto al Sud, dove rimane molto alto il numero di “idonei non beneficiari”: nell’anno accademico 2013-14, nel Centro-Nord circa il 90 per cento degli studenti idonei ha effettivamente ricevuto la borsa di studio, contro il 61 per cento nel Mezzogiorno e il 38,5 per cento nelle Isole. Inoltre, la qualità della vita nelle città, con annessi servizi pubblici essenziali, offerte ricreative e culturali, è assai differente nelle due aree del paese. (Fonte: D. Cersosimo, A. R. Ferrara, R. Nisticò e G. Viesti, lavoce.info 01-03-16)