Home 2016 18 maggio FINANZIAMENTI. RETRIBUZIONI POCHI FONDI PER LE STARTUP DELLA MEDICINA NONOSTANTE LA QUALITÀ DELLA RICERCA
POCHI FONDI PER LE STARTUP DELLA MEDICINA NONOSTANTE LA QUALITÀ DELLA RICERCA PDF Stampa E-mail

Il numero di citazioni di ricerche italiane secondo PubMed è superiore a quello di Germania e Francia, ma rispetto all'estero c'è un forte gap nell'entità dei venture capital disponibili per le società innovative. Sembra però che l'Italia cominci a recuperare il terreno perduto. Si muovono i grandi gruppi farmaceutici. Il rapporto Assobiomedica 2015 rileva 291 startup attive in Italia nel campo dei dispositivi medici, di cui il 26% si occupa di diagnostica in vitro, il 21% di bio-medicale strumentale e il 20% di software e servizi (il settore maggiormente in crescita, grazie al programma Horizon 2020). Diversi incubatori offrono una sede, training e consulenze alle startup biomediche. «Per la ricerca non sono necessarie altre strutture: occorre investire», spiega Silvano Spinelli, presidente di BiovelociTA, acceleratore nato lo scorso ottobre. «Il gap esiste perché le star-tup non riescono a raccogliere i fondi "seed" per passare dal laboratorio alla valutazione preclinica, che oscillano tra i 500.000 e il milione di euro. Nel 2015 in Italia sono stati raccolti nel settore 55 milioni di dollari di venture capital. Un'inezia, paragonati ai due miliardi e mezzo della Gran Bretagna». (Fonte: M. Passaretto, IlSole24Ore 29-03-16)