Home 2016 20 ottobre DOTTORATO VI INDAGINE DELL'ASSOCIAZIONE DOTTORANDI E DOTTORI DI RICERCA IN ITALIA
VI INDAGINE DELL'ASSOCIAZIONE DOTTORANDI E DOTTORI DI RICERCA IN ITALIA PDF Stampa E-mail

A proposito del declino e delle occasioni mancate, numeri e condizione del Dottorato in Italia: in dieci anni è andato perso il 44% dei posti messi a bando per il dottorato. Infatti, nel 2006 erano 15.733, nel 2016 sono diventati 8.737. Ma non basta, degli attuali assegnisti di ricerca solo il 6,5% avrà un futuro da ricercatore strutturato, il 93,5% resterà a casa o andrà a fare altro. V'è di più, la predetta riduzione è “selettiva” per atenei e territori. 10 atenei (8 dei quali ubicati al Nord) concentrano il 42% dell’offerta, mentre i posti banditi dagli atenei meridionali scendono dal 27,7% al 21,7%. Risultato: il 60,3% degli assegnisti è concentrato in 4 regioni, Lombardia (21,4%), Emilia-Romagna, Veneto e Lazio. Un gap che si può riscontrare anche nella distribuzione del numero dei ricercatori di tipo a e di tipo b (gli unici che possono ambire a un posto da associati). Il 50,3% dei ricercatori di tipo A è concentrato in 5 regioni: Lombardia (17,3%), Emilia-Romagna, Veneto, Toscana e Lazio, mentre il 24,9% è nel sud e nelle isole. Quanto ai ricercatori di tipo B, la concentrazione nelle predette regioni sale al 64,9% mentre al sud e nelle isole scende al 21,8%.
Il depauperamento passa anche attraverso la moltiplicazione delle fattispecie di figure dottorali che vi è stata in questi ultimi anni. Se prima c'erano solo dottorati di ricerca, con o senza borsa, ora ci sono pure dottorati industriali (art. 11, co. 2, DM 45/2013, giacché “le università possono altresì attivare corsi di dottorato industriale con la possibilità di destinare una quota dei posti disponibili, sulla base di specifiche convenzioni, ai dipendenti di imprese impegnati in attività di elevata qualificazione ... ”). Inoltre, esistono apprendistati di alta formazione (ex art. 5 Dlgs 167/2011), che prevedono contratti a tempo indeterminato con cui le aziende – in cambio di sgravi fiscali, contributivi ed incentivi economici - assumono giovani fino a 29 anni che siano in fase di formazione, dottorato incluso. I contratti in questione sono regolamentati da accordi territoriali tra Regioni, datori di lavoro e università. Infine, vi sono i borsisti provenienti da atenei stranieri o che fanno parte di specifici programmi di ricerca internazionali.
(Fonte: A. Spera, ilfoglietto.it 12-10-16)