Home 2016 21 novembre RICERCA. VALUTAZIONE DELLA RICERCA LETTERA APERTA DEGLI SCIENZIATI. ITALIA SNOBBATA NELL’ASSEGNAZIONE DEL NOBEL
LETTERA APERTA DEGLI SCIENZIATI. ITALIA SNOBBATA NELL’ASSEGNAZIONE DEL NOBEL PDF Stampa E-mail

Venti in totale i premiati italiani nella storia del Nobel, se si includono i riconoscimenti assegnati per le discipline non scientifiche. Per la scienza, italiani premiati per ricerche condotte in Italia, bisogna andare indietro al 1963, con Giulio Natta Nobel per la chimica. Gli ultimi due studiosi italiani a vincerlo – Mario Capecchi nel 2007 in Medicina e Fisiologia, per i suoi studi sulle cellule staminali embrionali, e Riccardo Giacconi in Fisica nel 2002 per lo studio dell’universo ai raggi X – in realtà, hanno condotto le proprie ricerche all’estero, negli USA. Non è un caso, secondo la comunità scientifica italiana. Le ragioni? “L’indebolimento sistematico della ricerca di base italiana, ormai giunta allo stremo delle forze dopo decenni di sotto-finanziamento, e regolata da sistemi di reclutamento, funzionamento e valutazione non sempre adeguati”. Una riflessione amara, contenuta in una lettera sottoscritta da presidenti di centri di ricerca, come il Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) e l’Istituto italiano di tecnologia (Iit), rettori, accademici dei Lincei e docenti universitari. La causa scatenante, l’assegnazione del Nobel per la Chimica 2016 ai ricercatori Jean-Pierre Sauvage, dell’Università di Strasburgo, Fraser Stoddart, della Northwestern University di Evanston, e Ben Feringa dell’Università di Groningen, per la “progettazione e sintesi di macchine molecolari”. Una scelta che ha visto escluso l’italiano Vincenzo Balzani, uno dei padri di questo filone di ricerche, con importanti applicazioni in nanotecnologia e biomedicina. Balzani, che ha firmato decine di pubblicazioni scientifiche con due dei tre neo-premiati ed è tra i cento chimici più citati al mondo, è risultato, per così dire, primo dei non eletti. I colleghi di Balzani, però, non ci stanno e, a distanza di alcune settimane, esprimono in una lettera tutta la loro amarezza, argomentando che “molte delle nano-macchine citate nella motivazione del Nobel, fra le quali il celebre ascensore molecolare, non avrebbero funzionato – forse non avrebbero neppure visto la luce – senza il lavoro del gruppo di Balzani all’Università di Bologna”. (Fonte: D. Patitucci, FQ 23-10-16)