Home 2016 21 novembre SISTEMA UNIVERSITARIO L'ASSOCIATION OF ITALIAN SCIENTISTS IN UK (AISUK): BENE LE CATTEDRE DEL MERITO, MA SERVONO RIFORME RADICALI NEL QUADRO DI UN’AUTONOMIA GESTIONALE E FINANZIARIA CON GIUSTI INCENTIVI
L'ASSOCIATION OF ITALIAN SCIENTISTS IN UK (AISUK): BENE LE CATTEDRE DEL MERITO, MA SERVONO RIFORME RADICALI NEL QUADRO DI UN’AUTONOMIA GESTIONALE E FINANZIARIA CON GIUSTI INCENTIVI PDF Stampa E-mail

Scrivono a Renzi quelli dell’AISUK: “Siamo la comunità accademica non britannica più numerosa dopo quella tedesca. Lavoriamo in tantissime università, inclusi tutti i migliori dipartimenti e centri di ricerca del Paese. Cosa intende fare il governo italiano per attrarre tanti ricercatori, italiani e anche non, che potranno trovare il Regno Unito una sede sempre meno gradita a causa della Brexit?”. Si rallegrano per la proposta di istituire cattedre del merito, ma si augurano che “a questa misura segua una riforma molto più ampia”. E proseguono: “Nei sistemi scientifici più sviluppati ed efficienti, come, ad esempio, quello britannico, i ricercatori non sono assunti da una commissione ad hoc istituita dall’alto. Sono piuttosto le università, nella loro autonomia, che competono per gli scienziati più bravi. Ma, naturalmente, l’autonomia da sola non basta, anzi può perfino portare a gravi inefficienze. L’autonomia senza giusti incentivi e “accountability”, così come, d’altro canto, un’eccessiva burocratizzazione, può solo nuocere allo sviluppo di un efficiente sistema della ricerca. Il sistema della ricerca funziona bene dove le università hanno, oltre a una vera autonomia gestionale e finanziaria (ad esempio nel sistema retributivo), anche i giusti incentivi. Se, come nel Regno Unito, i centri di ricerca ottengono finanziamenti in base ai risultati scientifici prodotti (piuttosto che la garanzia di un finanziamento a pioggia indiscriminato), hanno anche il giusto incentivo a competere per i ricercatori più bravi e prolifici. Finanziamenti in base ai risultati permettono anche di dotare i migliori centri di ricerca delle risorse di cui abbisognano per il loro lavoro, come ad esempio laboratori e assistenti alla ricerca. La distribuzione di questi finanziamenti richiede ovviamente una valutazione rigorosa dei risultati scientifici, come ad esempio avviene proprio nel Regno Unito con la valutazione sia dei dipartimenti che dei progetti di ricerca individuali. Senza una riforma complessiva del sistema universitario, temiamo che l’Italia continuerà a essere un posto da dove molti cervelli fuggono e pochi sono attratti”. (Fonte: E. Franceschini, R.it Scuola 14-11-16; lettera aperta dell’Aisuk al governo italiano)