Home 2016 21 novembre UE. ESTERO IN AUMENTO IL DIVARIO FRA ATENEI DEL NORD E DEL SUD EUROPA PER EFFETTO DELLA CRISI
IN AUMENTO IL DIVARIO FRA ATENEI DEL NORD E DEL SUD EUROPA PER EFFETTO DELLA CRISI PDF Stampa E-mail

Dopo sette anni, la crisi sembra esser stata superata nel 2015. Ma il lungo ciclo negativo ha avuto un impatto severo sulle università europee. Lo rimarca Jo Ritzen (docente di Economia internazionale di Scienza, Tecnologia e Istruzione Superiore nella Maastricht University) dalle colonne della rivista International Higher Education, sia per la riduzione di spesa pubblica pro-capite e sia (molto meno) per i tagli agli aiuti per gli studenti (prestiti e donazioni). Per quanto gli effetti della crisi sulle università siano stati più contenuti in Europa che negli Stati Uniti, sottolinea, è probabile che "aumenti il divario fra atenei del Nord e del Sud Europa". A parte la Gran Bretagna, i governi europei hanno a malapena concesso alle università di compensare la perdita di fondi pubblici aumentando le rette per gli studenti, benché diversi paesi - come la Danimarca, l'Olanda e la Svezia - abbiano introdotto rette universitarie a costi pieni per gli studenti extra-europei. Secondo i dati raccolti dalla European University Association su 22 Paesi e regioni, nel corso della crisi più della metà dei governi ha tagliato fondi per le università (compresi gli aiuti agli studenti), con i tagli maggiori in Grecia e Ungheria (più del 40%). Le università che fanno parte del gruppo di Paesi che hanno dovuto cercare riparo sotto l'ombrello del Fondo europeo di emergenza (Cipro, Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna) sono state duramente colpite in termini di finanziamenti per i costi diretti, aiuti agli studenti e ricerca. Secondo lo studioso "le università dell'Europa nord-occidentale, del Centro ed Est Europa sembrano esser state più resilienti di fronte alla crisi rispetto a quelle del Sud Europa. C'è da aspettarsi un ulteriore aumento del gap esistente fra Nord e Sud Europa. Non esistono prove, o almeno non rilevanti al momento, che confermino che la crisi abbia incoraggiato l'innovazione nelle università europee, si tratti di contenuti in apprendimento, metodi didattici o ricerca". (Fonte: M. Borracino, rivistauniversitas 12-10-16)