Home 2018 23 gennaio LIBRI. RAPPORTI. SAGGI SALVARE L’UNIVERSITÀ ITALIANA
SALVARE L’UNIVERSITÀ ITALIANA PDF Stampa E-mail

Autori: Gilberto Capano, Marino Regini e Matteo Turri. Ed. Il Mulino 2017.
Il tema, che grazie a recenti indagini empiriche sta finalmente uscendo dai confini angusti degli addetti ai lavori, è qui affrontato, mettendo insieme le diverse competenze degli autori, con un approccio interdisciplinare, in quanto ritenuto indispensabile per capire meglio i problemi e disegnare soluzioni coerenti ed efficaci. Proprio di contro alla molteplicità di dati che emergono dalle indagini sopra richiamate, gli autori denunciano innanzitutto una "relativa povertà delle interpretazioni che circolano nel dibattito pubblico", che appare imbrigliato tra opposte posizioni/narrazioni, esito di aprioristiche convinzioni, divise tra l'ostilità preconcetta al cambiamento e l'apertura fideistica a ogni novità.
Gli autori dichiarano che il loro intento è, invece, quello di proporre una interpretazione della situazione, "indubbiamente preoccupante", dell'Università italiana, fondata su alcune soluzioni chiare e comprensibili anche ai non addetti ai lavori. Nello specifico, il volume si articola in tre parti. La prima, introduttiva, ripercorre i principali aspetti della crisi e mostra come questa sia la conseguenza di una serie di cause, in primis e soprattutto l'assenza di una chiara strategia-paese sull'Università e dell'incapacità della classe dirigente di guidarne l'evoluzione. Successivamente, vengono esaminate le colpe dei diversi attori operanti nel settore: gli atenei e i professori, ma anche il modo in cui il dibattito sull'Università si è andato sviluppando intorno a parole-chiave come "mercato, competizione, gestione manageriale, eccellenza, merito, valutazione". Un dibattito che ha registrato una divaricazione netta fra gli alfieri della logica neoliberale, da un lato, e soprattutto gli umanisti, dall'altro, che, richiamandosi ai valori della sinistra tradizionale, tendono a contrapporsi a ogni processo di trasformazione. (Fonte: A. Spera, Il Mulino 23-11-17)