IL TIROCINIO DURANTE L’UNIVERSITÀ PDF Stampa E-mail

Le esperienze lavorative nel corso del periodo di studi aumentano le opportunità professionali dell'8% già a un anno dalla laurea. Il numero gli studenti che hanno deciso di svolgere tirocini curriculari è praticamente triplicato dal 2002: all'inizio degli anni duemila, infatti, solo il 20% degli universitari sceglieva di fare quest'esperienza. Già nel 2006 la percentuale è più che raddoppiata (44%), fino ad arrivare al 2016, anno in cui il 57% degli universitari ha scelto di fare il curriculare. Sono i laureati degli atenei del Nord Italia a svolgere più tirocini curriculari rispetto ai colleghi di Centro e Sud Italia. Al Nord, infatti, il 60% degli studenti sceglie di fare un'esperienza lavorativa durante gli studi contro il 53% del Centro e il 55% del Sud. Il numero di tirocinanti cambia, oltre che in base alla posizione, anche prendendo in considerazione le dimensioni dell'ateneo: negli atenei di piccole e medie dimensioni ci sono più studenti (64%) che scelgono di fare questa esperienza rispetto a quelli che frequentano atenei di grandi dimensioni (55%).Eccezione fatta per gli indirizzi di insegnamento, in cui ben l'89% degli studenti scende in campo prima della laurea, la maggior parte degli stage curriculari riguarda gruppi disciplinari di indirizzi scientifici e sanitari. Immediatamente dopo gli indirizzi di insegnamento troviamo, infatti, in ordine: i ragazzi di professioni sanitarie (82%), quelli di chimico-farmaceutico e educazione fisica a pari merito (81%) e quelli di geo-biologico (77%). Scendendo al di sotto del 50% troviamo gli studenti di ingegneria, di cui solo il 40% fa il tirocinio curriculare fino al gruppo delle discipline giuridiche, dove solo il 17% dei ragazzi può segnare a curriculum un'esperienza lavorativa di questo tipo prima della laurea.
Nella maggioranza dei casi, il 65%, le attività di tirocinio curriculare sono svolte al di fuori dell'università. L'eccezione si registra sono nel caso di medicina e odontoiatria e di geo-biologico: in questi casi rispettivamente il 52% e il 49% rimangono a lavorare nell'ambito dell'università. (Fonte: www.corriereuniv.it 17-04-18)