Home 2020 25 gennaio LAUREE-DIPLOMI-FORMAZIONE POST LAUREA-OCCUPAZIONE LAUREATI. UN MILIONE NECESSARI NEI PROSSIMI CINQUE ANNI, MA DAGLI ATENEI NE USCIRANNO CENTOMILA IN MENO
LAUREATI. UN MILIONE NECESSARI NEI PROSSIMI CINQUE ANNI, MA DAGLI ATENEI NE USCIRANNO CENTOMILA IN MENO PDF Stampa E-mail

Alcuni numeri del nuovo rapporto Excelsior sui fabbisogni occupazionali 2019-2023 di Unioncamere. Nei prossimi 5 anni il mercato del lavoro italiano nel suo complesso (imprese private più pubblica amministrazione) avrà bisogno di un milione di laureati ma i nostri atenei ne licenzieranno circa centomila in meno. Se alla scarsa offerta di laureati (l'Italia è penultima in Europa per giovani laureati) si aggiunge il forte disallineamento fra i percorsi di studio scelti e le richieste del mercato del lavoro, il dato diventa allarmante: mentre infatti ci saranno fin troppi laureati in discipline politico-sociali, umanistiche e psicologiche, non solo gli ospedali faranno sempre più fatica ad approvvigionarsi di medici (il buco previsto oscilla fra 60-70 mila posti) ma mancheranno anche ingegneri, architetti, manager, scienziati, statistici e, un po' a sorpresa, i laureati in giurisprudenza (negli ultimi dieci anni la laurea in legge, tradizionalmente una delle più inflazionate, ha subito un crollo di immatricolazioni che sfiora il 40 per cento).
Il rapporto Excelsior fornisce delle stime sulla domanda di lavoro nei prossimi cinque anni in base a due scenari che dipendono dalle previsioni sulla crescita del Pil e dal tasso di turnover occupazionale. A seconda che la crescita vari fra +0,6% e + 0,9% del Pil, saranno necessari fra i 3 e 3,2 milioni di nuovi occupati, il 60 per cento dei quali fra laureati e diplomati. Ma mentre per i diplomati si profila un eccesso di offerta, i laureati saranno decisamente meno di quelli richiesti, soprattutto in alcuni indirizzi di studio.
L'analisi Excelsior parte dall'ultimo dato disponibile quello del 2017: il numero complessivo di laureati (al netto dei triennali che si iscrivono alla specialistica) è stato di 185.800. Quelli che si stima siano effettivamente entrati sul mercato del lavoro italiano ammontano a circa 163.700; nel quinquennio di previsione (2019-2023) questo valore dovrebbe salire a una media di circa 179.200 unità l'anno a fronte di un fabbisogno medio compreso tra 191.800 e circa 202.700 laureati l'anno (aggravato nel primo triennio dall'effetto Quota100). Si prospetta quindi mediamente un buco fra i 12.000 e 24.000 laureati l'anno, che nel quinquennio equivale a 60.000-120.000 laureati in meno del necessario. Un dato che sarà solo parzialmente corretto dalla disponibilità di un ampio bacino di laureati disoccupati (circa 337 mila) a causa del cronico disallineamento italiano fra titoli di studio richiesti dal mercato e titoli scelti dai giovani. (F: Red.ne Scuola CorSera 28.11.19)