Home 2020 30 marzo RICERCA (1) LA RICERCA DEVE ESSERE IN PARTE VINCOLATA NEGLI OBIETTIVI DALLE TASSE DEI CITTADINI?
LA RICERCA DEVE ESSERE IN PARTE VINCOLATA NEGLI OBIETTIVI DALLE TASSE DEI CITTADINI? PDF Stampa E-mail

Antonio Scurati, sulle pagine del Corriere, ha lamentato "l'asservimento di ricerca e insegnamento a logiche di mercato", e afferma essere una menzogna (per "tutti noi docenti") la "presunta" possibilità di un "sistema di valutazione oggettivo della conoscenza prodotta" e auspica un ritorno al principio costituzionale secondo cui "l'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento".
Secondo Andrea Ichino, invece, vi è l'opportunità di una valutazione e la sostiene con una originale motivazione: "Siamo pagati dalle tasse dei cittadini e non vedo per quale motivo dovremmo essere liberi di fare ricerca che interessi solo a noi o che incrementi in modo insignificante l'ammontare di conoscenze che interessano a chi ci paga. O peggio, per quale motivo dovremmo poterci permettere di non fare alcuna ricerca. A maggior ragione se le risorse non sono infinite (una premessa che forse quelli di Roars non condividono) e quindi se queste risorse possono essere utilizzate per costruire ospedali o creare nuovi posti di lavoro invece che per i nostri stipendi. Chiedo ai firmatari dell'appello – continua Ichino - se davvero pensano che a noi professori universitari possa essere concesso il diritto di fare quel che più ci piace senza alcun controllo e a spese di chi paga le tasse. Credo (o per lo meno spero) che non lo pensino, e quindi il problema non è se valutare, ma come valutare. (F: A. Ichino, Il Foglio 19.02.20)