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Lo schema predisposto dal MUR, all'interno di un budget globale originario di €450 milioni per 15mila posizioni di dottorati innovativi, prevede per questi dottorati la partecipazione di UNIVERSITÀ ma anche delle IMPRESE. Il percorso triennale deve prevedere un periodo di studio e ricerca in impresa tra i 6 e 18 mesi e un impegno di analoga durata da svolgere all'estero. Per l'anno 2023/2024 il MUR punta ad accelerare con la messa a disposizione dell'intero budget rimanente, poco meno di €400 milioni per 13.292 posizioni di dottorato innovativo. Obiettivo sfidante in particolare per il Mezzogiorno, sia per la maggiore difficoltà nel coinvolgere le imprese che per la platea di candidati: i 25 milioni assegnati alla Federico II di Napoli, ad esempio, dovrebbero tradursi in 815 posizioni, un dottorato su due rispetto agli iscritti attuali. All'università di Bologna le posizioni assegnate sono 568, per un budget di 17milioni. Anche se le richieste delle aziende sono arrivate a superare quota 300, l'UniBo si è dovuto fermare, con il collo di bottiglia rappresentato dai candidati disponibili, in particolare nelle materie STEM. Scarsità oggettiva (pochi dottorandi) ma anche candidature non sempre agevolate dall'offerta economica in campo, 60mila euro per tre anni. «Fatti i conti – ha spiegato il delegato del rettore per i dottorati - si arriva a 1200 euro al mese, davvero pochi. Sarebbe stato forse meglio prevedere numeri inferiori con un budget per singolo ricercatore più elevato». Osservazione in linea con quella di M. Masi in un recente tweet. F: 24plus.ilsole24ore.com Agosto 2023
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