Home 2023 14 ottobre UE. ESTERO STUDIO “INSIEME PER UN FUTURO SOSTENIBILE: GIOVANI E LAVORO” DI FONDAZIONE GI GROUP
STUDIO “INSIEME PER UN FUTURO SOSTENIBILE: GIOVANI E LAVORO” DI FONDAZIONE GI GROUP PDF Stampa E-mail

La ricerca ha mappato la condizione dei giovani in sette Paesi rappresentativi del settanta per cento del Pil dell'Europa – Francia, Germania, Italia, Olanda, Polonia, Spagna, Svezia – più il Regno Unito. Per ogni Paese è stata analizzata la situazione demografica, il rapporto tra scuola e lavoro, la percentuale di NEET (Not in Education, Employment or Training) e il mercato del lavoro. E l'Italia, insieme a Spagna e Polonia, finisce sul fondo della classifica. Italia e Spagna sono quelle in cui la situazione dei giovani appare più critica, con un significativo processo di "degiovanimento", elevati tassi di abbandono scolastico, limitati programmi educativi collegati al mondo del lavoro, percentuali più alte di NEET di lungo termine, minori tassi di occupazione giovanile. In Italia e Spagna si riscontrano anche i più alti livelli di lavoro nero (peggio solo la Polonia), insieme a un'elevata diffusione di part-time involontario, contratti a termine che non vengono stabilizzati, salari bassi e una percentuale più elevata di lavoratori dipendenti a rischio di povertà. Non sorprende perciò che i giovani italiani siano i meno soddisfatti della loro situazione lavorativa e finanziaria e che tendano a rimanere nella famiglia di origine molto più a lungo dei loro coetanei europei. O, in alternativa, a emigrare all'estero. Gran parte della situazione giovanile ha a che fare con i sistemi educativi. Non a caso, Regno Unito, Svezia e Paesi Bassi spendono di più nell'istruzione superiore e hanno una ridotta incidenza di giovani che non studiano e non lavorano. In particolare, Paesi Bassi e Svezia sono quelli in cui vi sono meno NEET tra i quindici e i trentaquattro anni (5,4 per cento e 5,8 per cento), quelli con i più alti livelli di occupazione – 88,3 per cento e 86,1 per cento contro il 71,1 per cento italiano – e i più bassi livelli di inattività nella fascia 30-34 anni. Sui tassi di inattività giovanile incide anche la formazione professionale: Germania e Paesi Bassi ottengono i migliori risultati in termini di transizione scuola-lavoro e hanno il minor numero di NEET nella fascia d'età 18-24 anni. F: linkiesta Settembre 2023.