Home 2023 28 dicembre IN EVIDENZA I PIANI DEL GOVERNO PER IL “RIENTRO DEI CERVELLI”
I PIANI DEL GOVERNO PER IL “RIENTRO DEI CERVELLI” PDF Stampa E-mail

La ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, giovedì 2 novembre ha dichiarato che la cosiddetta fuga dei cervelli è "impossibile fermarla". Ha quindi capovolto l'approccio, parlando di "attrattività dei cervelli" in un'intervista concessa a La Stampa. E proprio su questo tema ha anticipato che il Governo vorrebbe offrire condizioni favorevoli per i RICERCATORI, così da farli rientrare in Italia: su tutte, pagare le tasse solo sul 10% dello stipendio. Ma cosa ne pensano i lavoratori e le lavoratrici qualificate che rientrano dall'estero? L'intervista a Michele Valentini, leader della community Gruppo Controesodo, ai microfoni di Virgilio Notizie. "L'attrattività c'era. Sono in vigore a oggi delle norme – alla cui scrittura abbiamo collaborato anche noi – molto buone per chi vuole rientrare dall'estero in Italia per ragioni lavorative. Lo testimoniano i dati ministeriali che mostrano un aumento dei rientri di più del 40% in un solo anno, dal 2020-21, quindi tra l'altro periodo di Covid con gli spostamenti internazionali di fatto quasi bloccati. Si tratta di 21 mila beneficiari in questo momento sul territorio italiano dal 2019 a oggi. Parliamo del cosiddetto Dl Crescita del 2019, il DL 34/2019, che prevede la possibilità di godere di incentivi fiscali per un primo quinquennio con una detassazione del 70%, più un ulteriore quinquennio detassato al 50% se il contribuente si 'radica' sul territorio o acquistando una casa o mettendo su famiglia con prole. Abbiamo poi i dati in real time della nostra community e vediamo che fino a oggi, con queste norme ancora in vigore, i rientri continuano ad aumentare. Ed è qui che arriva un grande però"."Il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha fatto girare delle bozze di un decreto legislativo di attuazione della legge delega fiscale in cui è contenuta l'abrogazione dell'attuale normativa. O meglio: la descrivono come una modifica e l'introduzione di un nuovo regime. Peccato che così, oltre a creare scompiglio in chi sta rientrando e non sa bene cosa dovrà fare, si prevedano requisiti talmente stringenti per beneficiarne che di fatto non la userà più nessuno. È un abrogazione". Esistono due regimi degli impatriati: quello per i lavoratori e le lavoratrici e quello per chi è nel campo della ricerca. Come funziona? "Esatto: quello per la ricerca non è stato al momento toccato e prevede una detrazione del 90%. Per tutti i DOCENTI E RICERCATORI che tornano a svolgere attività di docenza di ricerca in Italia è previsto uno sconto del 90% sulle imposte per sei anni, estendibili per un massimo di 13 anni se si hanno più di tre figli. Su questo regime non sono previste modifiche, quindi per la ricerca non ci dovrebbero essere allarmi. Consideriamo però che tra i 21 mila soggetti beneficiari sul territorio, i ricercatori sono solo un migliaio. Il resto è tutto capitale umano altamente qualificato, professionisti: medici, avvocati, infermieri, informatici. Tutte persone tipicamente laureate che hanno svolto un'esperienza significativa di lavoro all'estero e che decidono di rientrare in Italia. Non solo: la norma attuale prevede una detassazione per i lavoratori che decidono di spostarsi a lavorare dal nord al sud dell'Italia simile a quella dei ricercatori (90% di sconto sulle imposte): nella bozza di decreto legislativo viene di fatto abrogato anche questo". F: A. Gennaro, notizie.virgilio.it 03.11.23