Home 2023 28 dicembre STUDENTI IL PRIMO TENTATIVO DI STUDIARE LA LINGUA DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI CON METODOLOGIE E STRUMENTI STATISTICI
IL PRIMO TENTATIVO DI STUDIARE LA LINGUA DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI CON METODOLOGIE E STRUMENTI STATISTICI PDF Stampa E-mail

Le cosiddette "nuove tecnologie" hanno una parte fondamentale nella RIVOLUZIONE LINGUISTICA IN CORSO TRA LE NUOVE GENERAZIONI, mettendo a disposizione dei parlanti canali di trasmissione fino a pochi decenni fa del tutto ignoti: chat, sms, forum. Tutti strumenti comunicativi in cui la distanza tra l'italiano parlato e l'italiano scritto si riduce, e in cui l'ampiezza delle produzioni scritte è molto ridotta. Il meccanismo di passaggio è evidente: i tratti penetrano dal parlato nello scritto sfruttando la via dell'informalità. Inoltre quella online è una scrittura frequente, ma frammentaria e veloce. Da molti anni i docenti universitari lamentano le CARENZE LINGUISTICHE DEI PROPRI STUDENTI, accusati di commettere errori tollerabili forse alle elementari. Ma quello condotto da Nicola Grandi, linguista e docente del dipartimento di filologia classica e italianistica dell'Alma Mater di Bologna, è il primo studio statistico sul tema, e conferma in parte i timori di molti: i giovani studenti conoscono le regole dell'italiano, ma faticano a scrivere un testo ampio e complesso. Il progetto, iniziato nel 2019, rappresenta il primo tentativo di studiare la lingua degli universitari con metodologie e strumenti statistici in un quadro unitario che integri le prospettive sociolinguistica, sociologica e didattica. Lo scopo primario del progetto è quello di TRACCIARE UN QUADRO ESAUSTIVO DELL'ITALIANO SCRITTO, FORMALE E INFORMALE, DEGLI STUDENTI e condurre un'analisi fondata su dati reali e scientificamente solida. "Quello che è emerso e più preoccupa – osserva Grandi a Repubblica – non ha a che fare tanto con ortografia e lessico, le capacità espressive sono in realtà piuttosto omogenee, ma con la DIFFICOLTÀ DI COSTRUIRE CONTENUTI COMPLESSI. Un campanello di allarme è il fatto che il 50% degli errori sia relativo alla punteggiatura. Altra evidenza è la poca predisposizione all'uso di frasi subordinate, ulteriore conferma che ciò che manca sia la capacità di maneggiare la lingua in modo articolato. F: ilfattoquotidiano.it 02.12.23