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15 Aprile
ANVUR PDF Stampa E-mail

L'Agenzia nazionale di valutazione delle università (ANVUR) ideata dal ministro dell'Università del governo di centrosinistra nel 2006, avviata formalmente nel luglio scorso dal successore Mariastella Gelmini, dopo lunghi passaggi tra Consiglio di Stato, Corte dei conti e commissioni parlamentari, oggi di concreto non ha ancora niente. A suonare la sveglia nell'ambiente ci ha pensato il Comitato nazionale di valutazione (Cnvsu) del presidente Luigi Biggeri, che ha convocato per mercoledì 14 aprile i protagonisti della partita. Attorno a un tavolo siederanno, dunque, funzionari del ministero, i presidenti del CUN e della Conferenza dei rettori, oltre agli stessi rettori. A parlare di quali potranno essere gli indicatori migliori da usare. (Il Mondo 09-04-2010)

 
Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l'innovazione. Istituita nel 2006 non ha ancora personale proprio PDF Stampa E-mail

L’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l'innovazione è stata costituita con la legge finanziaria 2006 durante il governo Prodi e con il ministro per l'Innovazione Luigi Nicolais. Il suo consiglio di amministrazione è stato nominato nel novembre 2008, il presidente nel dicembre seguente e il direttore generale nel marzo 2009. «Ma ancora l'Agenzia non dispone di personale proprio per due ragioni — sottolinea il presidente professor Renato Ugo — Primo perché stiamo sempre aspettando di concertare il metodo con il quale creare il fondo unico necessario al procedimento di assegnazione temporanea; secondo perché si attende da parte degli uffici dei ministeri della Pubblica amministrazione-Innovazione e dell'Economia e Finanze l'interpretazione delle norme sul blocco delle assunzioni». Nel frattempo grazie al prestigio e ai buoni uffici del suo presidente l'agenzia ha trovato soccorso nella Camera di Commercio di Milano che ha messo a disposizione alcune preziose risorse umane ed anche una sede con stanze vuote che attendono di essere vitalizzate. Il tutto regolato da una convenzione che scade il 12 luglio 2010: e dopo che cosa accadrà? Ciò nonostante l'Agenzia, anche in queste condizioni, è entrata in attività dandosi una struttura e avviando iniziative rispondenti agli scopi della sua creazione. Innanzitutto ha stretto una trentina di accordi con i maggiori enti di ricerca nazionali e internazionali, Fondazioni e Regioni, avviando sia corsi di formazione manageriale per valorizzare la ricerca pubblica, sia rapporti di partenariato con istituzioni nazionali e università straniere le quali ospitano i nostri scienziati per alcuni stage. L'Agenzia, dunque, vorrebbe essere un motore dell'innovazione nazionale, ma per essere efficace deve tener conto dei tempi con i quali si corre altrove. Altrimenti lo sforzo è inutile. Ma ciò sembra sfuggire alla politica. (Corsera 06-04-2010)

 
Allocazione stravagante dei pochi finanziamenti alla ricerca biomedica PDF Stampa E-mail

I dati sulla distribuzione dei finanziamenti pubblici alla ricerca delle facoltà mediche italiane lasciano sconcertati: chi meno produce, scientificamente parlando, ha più finanziamenti, e viceversa; il contrario di quanto ci si aspetterebbe e di quello che avviene in tutti i Paesi del mondo. Succede così che la Facoltà di Medicina dell'Università Statale di Milano che, secondo una valutazione super partes del 2009 è al primo posto in Italia per produttività scientifica, riceva finanziamenti infinitamente inferiori all'Università Federico II di Napoli, che nella stessa classifica è all'undicesimo posto. O che la facoltà di Medicina dell'Università di Torino, al secondo posto nella valutazione Censis, riceva meno soldi della Sapienza di Roma; peccato che la Sapienza sia al tredicesimo posto italiano per produzione scientifica. E gli esempi potrebbero continuare. Leggendo i dati, appare incredibile che i soldi sembrino essere distribuiti con un criterio preciso e meritocratico, ma inversamente proporzionale: tanto più a chi meno fa. Le facoltà mediche del Centro - Sud sono quasi sempre privilegiate: nei primi cinque posti per i finanziamenti dei così detti fondi Prin (fondi destinati alle università per il finanziamento dei Programmi di ricerca di interesse nazionale, gestiti dal ministero della Pubblica istruzione) si collocano, infatti, le facoltà di Roma la Sapienza, Napoli Federico II, Roma Tor Vergata, Siena e Firenze, i cui risultati nella classifica Censis di attività scientifica non sono altrettanto lusinghieri. Ma, si sa, anche la scienza ha le sue lobby, i suoi partiti e i suoi equilibri. "L'indagine del Censis rivela come i finanziamenti ai programmi di ricerca di interesse nazionale (Prin) presentati dalle Facoltà di Medicina sono inversamente proporzionali alla qualità della produzione scientifica". Lo ha dichiarato il senatore del gruppo Pdl, Giuseppe Valditara. "Si ha la prova - ha spiegato - della sostanziale inaffidabilità delle valutazioni Prin e più in generale delle valutazioni lasciate alla discrezionalità di singoli valutatori. I sistemi cui dovrà ispirarsi l'Agenzia nazionale per la valutazione dell'Università e della Ricerca, così come quelli presupposti dal disegno di legge di riforma universitaria, dovranno necessariamente essere di carattere oggettivo, fondandosi ad esempio sulla presenza di pubblicazioni in riviste internazionali, sugli impact factor, sul numero dei brevetti, sulle citazioni internazionali. E' anche ora di ripensare alla radice i finanziamenti ai cosiddetti Prin".(Fonti: Corsera 06-04-2010; http://www.pdlsenato.it/ 07-04-2010)

 
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