Home 2010 20 Luglio Dialogo tra un informatico e uno storico sulla valutazione della ricerca
Dialogo tra un informatico e uno storico sulla valutazione della ricerca PDF Stampa E-mail
Nell’ultimo decennio il mondo dell’università e della ricerca è stato scosso da un moto tellurico che si va facendo sempre più forte. La forza che lo spinge è il principio della “valutazione della ricerca”, in base al quale è opportuno che le risorse per la scienza e la cultura siano assegnate secondo aperti e condivisi metodi di valutazione dei risultati scientifici. Tale principio, in sé quasi banale, entra tuttavia in crisi nel momento in cui dal piano delle affermazioni generali si scende ad individuare quali debbano essere nella pratica i metodi di valutazione. Se per un certo numero di aree scientifiche è disponibile a tale scopo una scienza nuova, la bibliometria, le discipline umanistiche stentano invece ad inventarsi strumenti diversi dal giudizio di merito espresso da studiosi di riconosciuta competenza (peer review). La questione non è risolvibile, come parrebbe a molti, lasciando che ogni settore si regoli come gli pare. Un intervento di Massimo Franceschet uscito qualche mese fa sul sito lavoce.info, e intitolato Istruzioni per l’uso della bibliometria ha dimostrato l’esigenza di entrare nel merito delle caratteristiche dei due metodi. Ne è nata l’idea di far dialogare a riguardo due specialisti della materia di estrazione opposta: un informatico come Massimo Franceschet (Univ. di Udine), e uno storico della cultura come Guido Abbattista (Univ. di Trieste). Il dialogo integrale su http://www.cromohs.unifi.it/15_2010/zannini_bibliomet.html