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ADEGUAMENTO ISTAT DELLE RETRIBUZIONI DEI DOCENTI UNIVERSITARI PDF Stampa E-mail

L’adeguamento 2024 [4,8%] è il più consistente dal 2001 [data di prima applicazione della forma vigente], è infatti in relazione ai contratti pubblici 2019/2022, in larga parte siglati nel corso del 2022 e con pieni effetti economici sulla massa salariale dei dipendenti pubblici dal 2023 [quindi “registrati” negli adeguamenti ISTAT solo nel 2024]. Nel complesso, questa tornata contrattuale porta nelle buste paga dei docenti universitari un aumento intorno al 6% (risultato composto dell’adeguamento ISTAT 2023 dello 0,98%, di quello 2024 del 4,80% e di una coda contrattuale, relativa ad alcuni settori della dirigenza pubblica, che avrà pieni effetti solo sull’adeguamento del 2025).

Lo stipendio dei docenti universitari beneficia degli aumenti contrattuali conquistati nel pubblico impiego con un meccanismo derivato e dislocato nel tempo: l’aumento annuo della massa salariale nella pubblica amministrazione, calcolata dall’ISTAT nei primi mesi dell’anno successivo, viene trasferito tramite un Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri sugli stipendi dei dipendenti non contrattualizzati (tra cui i docenti universitari) dal primo gennaio di quell’anno successivo [art. 24, comma 1 della legge 448/1998], anche se poi gli atenei la erogano diversi mesi dopo, per i tempi di emanazione e recepimento del Decreto. Il DPCM dovrebbe uscire, secondo il comma 2 di quello stesso articolo di legge che definisce il meccanismo di adeguamento, entro il 30 aprile di ogni anno: come ben sappiamo spesso non è stato così, con Decreti che sono arrivati in estate, in autunno e per il 2023 addirittura nei primi mesi del 2024. F: flcgil.it 17.04.24.