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IL CONSIGLIO DI STATO CONDANNA L’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO PER TASSE DI STUDIO TROPPO ALTE. RAGIONI DEL LIMITE ALLA CONTRIBUZIONE STUDENTESCA PDF Stampa E-mail

Con sentenza n. 3237 del 9 aprile 2024, il Consiglio di Stato ha condannato, ribaltando la sentenza di primo grado, l’Università di Torino a restituire oltre 39 milioni di euro agli studenti per aver imposto tasse di studio troppo care. I supremi giudici amministrativi hanno dato ragione all’Unione degli universitari (Udu) a parere della quale la contribuzione studentesca a titolo di tasse universitarie avrebbe ecceduto la misura massima del 20% del finanziamento ordinario dello Stato, in violazione del regolamento recante la disciplina in materia di contributi universitari, di cui al DPR 25 luglio 1997, n. 306.
Il “mantenimento del limite alla contribuzione studentesca fissato a livello normativo secondario va ricondotto all’esigenza di conservare un attributo essenziale dell’università pubblica, che vale a distinguerla da quella privata. Esso è dato dal fatto che nella prima i costi per la formazione superiore post-scolastica sono principalmente posti a carico della fiscalità generale. Il contributo statale ha evidentemente lo scopo di facilitare l’accesso a tutti i più alti livelli di istruzione, e dunque va ricondotto al principio fondamentale di uguaglianza sostanziale ex art. 3, comma 2, Cost., oltre che all’art. 34, comma 3, Cost., secondo cui i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. Ai fini dell’accesso all’università pubblica viene fatta salva una compartecipazione solo parziale all’interessato, laddove in quella privata l’onere economico è interamente a carico di quest’ultimo, sulla base di una sua libera scelta rivolta all’offerta di formazione post-scolastica non rivolta a quella organizzata dai pubblici poteri”. F: dalla sentenza n. 3237 del 9 aprile 2024 del Consiglio di Stato. F: Oss Univ 12.04.24.